Il Piccolo Museo del Cammeo è il mio grande sogno…



" Ho creato il Piccolo Museo del Cammeo perché sono innamorata di questa antica arte e frequentando le botteghe dei vari maestri torresi ne ho colto tutto la magia ".

" Il mio sogno poi è diventato quello di divulgare questo mestiere cercando la collaborazione dei maestri incisori e chiedendo loro dimostrazioni dal vivo della nobile arte della scultura in miniatura che è il Cammeo ".


 

Cos'è il cammeo?

Il nome deriva dalla parola francese " camaheu ", di cui non è nota la provenienza, forse deriva da un nome locale.

Se consultiamo un dizionario leggiamo: "Pietra o gemma lavorata a rilievo ( bassorilievo ) dai lineamenti perfetti "

Quindi, con il nome "cammeo" possiamo denominare ogni gemma lavorata in rilievo metallico i vari strati di pietre dure.

Grazie alla varietà cromatica di queste pietre si possono ottenere effetti suggestivi di alta scenografia, specialmente nelle composizioni allegoriche.

Ma la pietra più comunemente lavorata e La Sardonica , per lo più quella indiana perché, grazie alla connotazione naturale più compatta, permette agli incisori di sviluppare  tutto il proprio estro creativo e la propria inventiva.

Inoltre, esistono anche pietre monocolore come l 'agata e l' ametista , la cui lavorazione risulta, spesso a rilievo e altre semplicemente incisa. Si legge in alcuni testi specialistici che l' ametista risale addirittura al tempo degli Egizi a cui si attribuiscono preziosi reperti, soprattutto in forma di scarabeo , ancora oggi in Egitto è considerato un amuleto.

Ma se vogliamo addentrarci nella ricerca storica dell'incisione su pietra possiamo anche risalire alla preistoria osservando i famosi graffiti su pietra.

Ma, tornando al cammeo potremo citare l'esperienza Ellenica, quando gli artisti eseguivano pregiati modellati di scena mitologiche e figure maschili e sinuose forme femminili.

Il grande scultore e architetto Fidia lavorò l’avorio cimentandosi pregevolmente anche in arte orafa.

Allo stesso modo presso Antinochia e forse nella stessa Alessandria si sviluppò una fervida e raffinata arte dell’incisione, ne è testimonianza un meraviglioso cimelio in sardonica, la “Tazza Farnese”, che si può ammirare al Museo Archeologico di Napoli insieme a una preziosa collezione di incisioni su pietre dure.

L’epoca romana fu caratterizzata dall’uso della sardonica arabica, testimonianza di ciò sono i ritrovamenti della Gemma Augustea e del Cammaeo di Francia.

Nel medioevo, particolarmente in Oriente le gemme intagliate assumono uno specifico significato di amuleti e talismani. Contemporaneamente, sempre in Oriente, si sviluppa la produzione di immagini incise di culto cristiano.

Nel ’400 l’arte del cammeo è strettamente legata al mecenatismo dei pincipi e dei pontefici.

In epoca barocca l’arte dell’incisione fu praticata soprattutto in Austria grazie all’opera del milanese Alessandro Masnago.

Poi, in epoca neoclassica vi è stata una riscoperta dell’arte dell’incisione ellenica, romana e rinascimentale con la riproposizione di modelli e soggetti.

Oggi la lavorazione delle pietre dure è a esclusivo appannaggio di orafi‑incisori di grande abilità, spesso improntata a raffinatezze tecniche, di schietto mestiere e con caratteri di gusto ecclettico, ma sono pochi gli esempi di  libera creazione, di fantasia e di inventiva.

 

Il cammeo di conchiglia

Quando si parla di cammeo di conchiglia inevitabilmente si fa riferimento alla città di Torre del Greco, dove dal 1805 sono fioriti laboratori e fabbriche. Il narrato storico ci racconta che Ferdinando IV di Borbone concesse a tale Paul Martin il permesso di collocare proprio a Torre del Greco una fabbrica laboratorio dove si esercitava la manifattura del corallo, della pietra dura e della pietra lavica, inoltre si introdusse la lavorazione del cammeo di conchiglia.

Nel tempo queste attività ebbero un sostanziale incremento, fino a contare 82 fabbriche nel lasso di pochi anni. A testimonanza di quanto detto vi sono stati ritrovamenti di opere in corallo, pietra lavica, e cammei incisi da ignoti, che, per soggetto e tecnica esecutiva si possono datare nella prima metà del XIX secolo.

A dir la verità, non vi sono molti documenti storici che testimoniano il percorso storico recente del cammeo. Proprio per questo la “voce di popolo” – soprattutto delle persone anziane – è il narrato più autorevole.

Quindi, percorrendo questa storia narrata, si è giunti all’evidenza che la produzione artistica di questo periodo è iniziata con la lavorazione del corallo e la pietra lavica, successivamente le conchiglie, e più precisamente quella rosa, la sardonica, la corniola, l’avorio, la madreperla, la porcellana e la malachite.

I cammei prodotti si montavano su oggetti da indosso come collane, parure, ciondoli e anelli e si esportavano in tutto il mondo.

Progressivamente la produzione torrese si allargò a macchia d’olio e si delineò un monopolio, a tal punto da avvertire la necessità di istituire una scuola che fosse in grado di assicurare una classe di artisti e artigiani di alto livello, nonché una produzione pregiata e raffinata.

Il 23 giugno del 1878 con Regio Decreto di Umberto I venne fondata la scuola per la lavorazione del corallo prima e successivamente, nel 1886, quella del cammeo, dove il cammeo in particolare divenne in breve tempo punto di riferimento per la formazione delle nuove generazioni di artisti.

Oggi, grazie alle conchiglie importati da marinai torresi dai mari e il prezioso bulino , uno strumento inventato da Antonio Ciminiello nel XVI secolo , gli artisti incisori realizzano con abilità e arte quelle opere di pregevole fattura ed eleganza che si possono ammirare nei musei di tutto il mondo.